La progettazione ha un importantissimo ruolo sociale, ossia quello di interpretare i bisogni della società, traducendoli in modo innovativo. Grazie alla capacità di cogliere i segnali delle esigenze che provengono dalla società, la progettazione è stata fondamentale nel processo di modernizzazione della società stessa.
Si è sempre distinta come approccio creativo alla soluzione di problemi complessi. Il lockdown che abbiamo vissuto sulla nostra pelle, la chiusura totale delle attività non essenziali e le regole ferree di distanziamento sociale che ci impediscono di fruire dei luoghi urbani e pubblici – che caratterizzano lo spirito della città stessa (uffici, bar, ristoranti, piazze, parchi, musei) – non rappresentano una soluzione né una direzione che definisca il nostro modo di vivere in città. Sono strumenti temporanei basati su principi igienico-sanitari che rispondono a uno stato di emergenza, non comprendono un’interpretazione dei bisogni e, quindi, non racchiudono in sé il processo di pianificazione.
In Italia, dove molte aziende e spazi hanno ancora un’impronta piuttosto tradizionale, si è verificato il bisogno di riconfigurare rapidamente molti spazi e settori. La produzione industriale, in molti casi, è stata convertita per rispondere alla richiesta di forniture sanitarie. Ospedali estemporanei sono stati edificati in tutte le principali città del Paese. Tutta questa esperienza è stata un terreno di formazione impegnativo per la conversione, l’adattamento e la flessibilità.
La progettazione deve continuare a concentrarsi sull’innovazione e la sostenibilità per contrastare qualsiasi potenziale regressione portata dalla pandemia.
In che modo il nostro approccio alla progettazione delle infrastrutture urbane sarà diverso dopo il CoVID-19?
Sicuramente nelle città europee, in cui la mobilità urbana è basata principalmente sul trasporto pubblico, sarà necessario un ripensamento della mobilità condivisa.
Sono tre le condizioni indispensabili che bisogna mettere in atto:
La città, così com’è strutturata oggi, non è in grado di affrontare né emergenze improvvise né a lungo termine, per questo risulterà indispensabile ripensare alla struttura delle città. Occorre però lavorare fin d’ora con progetti ad ampio respiro