La composizione chimica del bitume è estremamente complessa e variabile in funzione sia del greggio sia dei processi di lavorazione.
Negli ultimi anni, l’obiettivo perseguito è quello di raffinare la composizione e, al contempo, ricercare un aumento delle prestazioni in termini di maggiore resistenza ai carichi applicati.
I tentativi di modifica e la tipologia di modificanti sono stati innumerevoli come ad esempio neoprene (policloroprene), lattice naturale e sintetico, plastomeri di diversa natura, elastomeri termoplastici, ecc..
Le tecnologie utilizzate, e riconosciute a livello nazionale, sono essenzialmente due:
Con riferimento alle modifiche Dry, negli ultimi 15 anni si sono formulati compound polimerici sempre più prestazionali. Le formulazioni appositamente studiate prevedono la miscelazione di polimeri di diversa natura, talvolta anche “drogando” il compound con altri materiali caratteristici, come ad esempio il “grafene”.
Il grafene è un monostrato di atomi di carbonio (2D, lo spessore corrisponde a quello dell’atomo) disposti in una struttura a nido d’ape.
Tale struttura ordinata conferisce elevate caratteristiche fisico-meccaniche ai prodotti e agli oggetti che lo contengono, permettendo così la conquista di diversi campi altamente tecnologici.
A partire dalla grafite naturale, ogni fase del processo (espansione, esfoliazione ed essiccazione) crea nanoplatelets di grafene che possono essere poi utilizzati in polvere, fiocchi, pasta o disperse in liquido. Questa trasformazione fisica permette, quindi, di ottenere un prodotto:
La società Iterchimica Srl produce un supermodificante a base di grafene, noto come Gipave®, prodotto tramite un sistema innovativo ad alta efficienza e sostenibilità.
Il nuovo prodotto è composto da specifici polimeri e grafene al fine di migliorare notevolmente le prestazioni fisico-meccaniche delle pavimentazioni, sia rispetto alla tradizionale tecnologia PMB sia rispetto alle tecnologie PMA con metodo Dry attualmente in uso. Il supermodificante si presenta in granuli di diametro medio pari a 1,0÷4,0 mm di colore grigio-nero ed è composto da:
Dal punto di vista della riduzione degli impatti ambientali è importante evidenziare che:
In definitiva, in funzione del miglioramento di tutte le prestazioni, il supermodificante a base di grafene consente di aumentare pertanto la vita utile delle pavimentazioni bituminose rispetto alle tecnologie sino ad ora utilizzate e di recuperare una selezione di plastiche dure che altrimenti sarebbero destinate al termovalorizzatore.
A cura di Ing. Francesca Di Santo